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Bactrocera Oleae - MOSCA DELL’OLIVO

 
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Bactrocera Oleae - MOSCA DELL’OLIVO
 
La mosca olearia, Bactrocera oleae, è un pericoloso fitofago presente pressochè in tutti gli areali olivicoli, anche se predilige gli ambienti centro meridionali e, tranne che in annate come quelle viste nel 2014 e nel 2016, è meno presente ad altitudini superiori ai 500 metri.
 
Ciclo biologico
 
 La Bactrocera oleae è un dittero di circa 5 mm di lunghezza che si contraddistingue per il capo rossiccio e gli occhi verdi. La femmina, generalmente a partire da fine giugno-inizi di luglio, ovidepone nei frutticini un uovo per frutto ma, in questi ultimi anni di forte infestazione, abbiamo visto più uova e più larve all’interno di una stessa drupa.
L’uovo misura circa 1 mm di lunghezza ed è bianco translucido. Se le temperature sono favorevoli, 23°-26°C, e meglio ancora se c’è umidità, le uova schiudono dopo pochi giorni: la larva penetra nella drupa sviluppandosi all’interno di essa fino ad impuparsi per poi sfarfallare in un periodo di circa tre settimane. Nel corso di una annata si susseguono più generazioni, nel nostro areale in genere tre. Nell’ultima generazione dell’annata la larva si impupa e sverna all’interno delle olive rimaste sulla pianta o cadute nel terreno.
 
Le condizioni predisponenti
Il clima estivo, con temperature al di sopra dei 30°C e scarsezza di precipitazioni, tipiche soprattutto del mese di luglio, rallenta le ovideposizioni che riprendono, a seconda delle annate, nella seconda metà di agosto o agli inizi di settembre. Gli ultimi anni, l’andamento climatico eccezionale, ha invece favorito infestazioni precoci, partite già nel mese di luglio a livelli straordinariamente elevate, rendendo particolarmente difficile il contenimento del dittero.
I danni
 
Sono particolarmente gravi, sia perché provocano perdite di prodotto sia, e diremmo soprattutto, perché dalle olive gravemente infestate si ricava un olio di pessima qualità, molto acido e con evidente difetto organolettico in cui si rilevano sentori di muffa e rancido evidenti.
 
La difesa
 
Di fondamentale importanza è il monitoraggio: va eseguito con l’ausilio delle trappole, cromotropiche (di colore giallo) che attirano insetti di entrambi i sessi oppure con quelle, innescate con feromone, che catturano solo i maschi.
 
Quando posizionare le trappole? Vanno posizionate alla fine di giugno in numero di 2-3 ettaro e controllate settimanalmente contando il numero di insetti catturati. I dati, che periodicamente vengono raccolti, servono solo per valutare l’entità della popolazione e il periodo di maggiore presenza.
Per valutare l’effettivo livello di infestazione, risulta assolutamente necessario, almeno per zone e varietà omogenee, procedere al campionamento: 100 olive per ettaro prese a caso da diverse piante e in diversi punto della chioma. E’, possibile, infatti, che le trappole catturino molti adulti, ma le condizioni climatiche (alte temperature) non favoriscano l’ovideposizione e/o lo sviluppo delle uova. Il campionamento, generalmente, viene fatto a cadenza settimanale nei periodi di maggiore rischio.
 
Mezzi biologici di difesa: questi mezzi biotecnici, esclusivamente di tipo preventivo, prevedono un intervento volto a contrastare la presenza degli adulti. Sono esche proteiche avvelenate con piretrine naturali oppure esche a base di spinosad.
Si precisa che, in quanto trattasi di prodotti di copertura, in caso di precipitazione è necessario ripetere gli interventi.
In alternativa alle esche, sempre alla prima comparsa degli adulti, si può adottare il metodo “attract & kill” (che letteralmente significa “attrarre e uccidere”). Si tratta di dispositivi/trappola che attraggono le mosche grazie all’azione di un attrattivo alimentare e di uno feromonico, e le uccidono in quanto le superfici della trappola sono impregnate di insetticida di sintesi (generalmente piretroidi). Vanno posizionate una ogni due piante nella parte sud della chioma a circa 2 metri di altezza.
 
Una certa azione preventiva di controllo della mosca può essere attuata anche con prodotti rameici o con il caolino (Zeolite) che esplicano una azione repellente nei confronti degli adulti di mosca: prima di deporre l’uovo, l’insetto esegue delle punture sterili per verificare il grado di recettività dell’oliva (dimensione, consistenza, colore, odore) e constatare, in definitiva, se la drupa è pronta ad ospitare e nutrire la futura larva. Sporcare le olive con questi prodotti, disorienta la mosca che non riceve o riceve male gli stimoli sensoriali necessari al riconoscimento delle drupe idonee per ovideporre. Il rame, inoltre, svolge anche altre funzioni tra le quali un’azione su alcuni batteri con i quali la mosca ha rapporti di simbiosi, e l’indurimento della drupa; l’insieme di questi fattori contribuisce a ridurre le ovideposizioni.
 
Mezzi curativi di difesa: questo tipo di controllo, curativo, si attua irrorando tutta la chioma delle piante ed è rivolto a combattere le larve mediante l’utilizzo di insettcidi citotropici, ossia in grado di penetrare all’interno delle drupe. In questo caso è di estrema importanza individuare il momento più opportuno per l’intervento attraverso:
 - la verifica dell’andamento delle catture
- il campionamento e osservazione nelle drupe di punture fertili (con uova vitali e/o larve penetrate all’interno)
- la determinazione della soglia di intervento.
 
 Le soglie di intervento, per le olive da olio (per quelle da mensa la soglia è pari a 0), già riportate in precedenza, vanno sicuramente interpretate anche in funzione dei principi attivi che si possono utilizzare:
  • dimetoato: 8-10 % di drupe attaccate. Il prodotto presenta 28 giorni di intervallo di sicurezza
  • fosmet: 4-6 % di olive attaccate. Il prodotto presenta 30 giorni di intervallo di sicurezza
  • imidacloprid: 1-3 % di olive attaccate. Il prodotto presenta 28 giorni di intervallo di sicurezza.
 
RG
 
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